Cosa prevede la pace fiscale contenuta nella manovra di governo 2019

La pace fiscale consiste in una serie di misure volte a “rimuovere lo squilibrio economico delle obbligazioni assunte e favorire l’estinzione del debito mediante un saldo e stralcio dell’importo dovuto, in tutte quelle situazioni eccezionali e involontarie di dimostrata difficoltà economica”.

È prevista un’aliquota al 20 per cento per sanare il pregresso di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi. Invece, contrariamente a quanto stabilito all’inizio, per far emergere somme non dichiarate non si potrà optare per la dichiarazione integrativa. Inoltre, per ridurre il contenzioso, si potranno sanare le liti con il fisco pagando – senza sanzioni o interessi – il 20 % del non dichiarato in 5 anni in caso di vittoria del contribuente in secondo grado o il 50% in caso di vittoria in primo grado.

Per ciò che riguarda la Rottamazione delle Cartelle, non ci sarà rottamazione ter per le tasse locali come Imu e Tasi, perché “Non c’è il parere favorevole della Ragioneria”, come ha dichiarato il sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci, che per il governo ha seguito i lavori del Senato sul decreto fiscale. Non arriverà in aula al Senato l’estensione che consente ai Comuni la facoltà di aderire alla nuova sanatoria, e niente da fare neanche per la proroga a settembre della moratoria sulle sanzioni per la fatturazione elettronica.

I contribuenti debitori con l’Agenzia delle entrate beneficeranno della pace fiscale pagando solo una piccola percentuale della cartella: l’importo specifico da pagare viene calcolato singolarmente su ciascun soggetto che aderisce alla procedura e potrebbero essere previste tre diverse aliquote di pagamento, in base al reddito: 25%, 10% e 6%.

La pace fiscale partirà dal 2019, secondo le tempistiche che verranno specificate nel decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2019. Tra le norme contenute nel decreto fiscale c’è la possibilità di correggere gli errori formali nelle dichiarazioni dei redditi, con 200 euro per ogni anno: in sostanza,  questo decreto fiscale prevede la possibilità di pagare l’importo dovuto a condizioni più vantaggiose, senza sanzioni o interessi.

Il Governo prevede entrate per circa 3,5 miliardi di euro, che serviranno ad avviare la flat tax nel 2019 che riguarderà partite IVA e imprese e che sarà estesa alle famiglie dal 2020.